Sono Bielorussa, vivo in Italia e ho una figlia di 2 anni e mezzo. Ancora prima della sua nascita non avevo alcun dubbio: le avrei parlato in Russo, la lingua della mia famiglia. Nelle altre famiglie “miste” che conosco le situazioni variano: qualcuno parla solo l’italiano, qualcuno si impegna tantissimo per mantenere la lingua madre, conosco persino una mamma russa la cui figlia parla perfettamente il russo mentre il fratello minore lo capisce a malapena.
Nonostante le possibili difficoltà con il linguaggio (mia figlia infatti parla pochissimo ancora) e l’interferenza del Russo con l’Italiano a scuola, non potevo non considerare gli ovvi vantaggi del Russo come seconda lingua:
- Prima di tutto ho considerato il rapporto con mia figlia: sono madrelingua russa, penso in russo, percepisco il mondo in russo. E pur essendo interprete di professione, non ho una conoscenza dell’ italiano e dell’inglese cosi profonda da poter contenere tutta la mia personalità. Quindi, non parlando con mia figlia la mia lingua madre, taglierei una parte importante della mia personalità, i miei ricordi, il mio senso di umorismo.
- Personalmente, oltre ai vantaggi pratici, ritengo sia necessario che mia figlia sia in grado di comunicare con la bisnonna, i nonni, i parenti e gli amici in Bielorussia. Viaggiamo abbastanza spesso e nel futuro vorrei farle fare le vacanze estive in Bielorussia con la famiglia.
- L’immagine della Russia in Italia è molto positiva, visto lo sviluppo del turismo e del commercio con la Russia. Lavorativamente parlando, conoscere questa lingua è un grande vantaggio nel mondo del business.
- Un altro enorme vantaggio è che imparando la lingua Russa si accede ad un patrimonio culturale enorme: dai cartoni animati sovietici, molto strani, malinconici e poetici , alla letteratura russa che, anche se tradotta in moltissime lingue straniere, può essere veramente apprezzata solo se letta in originale.
Ci sono tante teorie sullo sviluppo delle capacità mentali dei bilingui, e anche dopo aver letto i lavori di studiosi come Grosjeani e Wernerii, non sono riuscita a capire se il “Bilingual advantage” esista veramente oppure se la seconda lingua crei solo confusione al bambino. La cosa certa, però: è il vantaggio di conoscere due lingue e due culture. Naturalmente continuerò a informarmi sul bilinguismo e sui metodi di insegnamento, visto che il sopraccitato Grosjean afferma che i fattori principali nell’ apprendimento della seconda lingua sono:
- Causa (la motivazione del bambino di apprendere il linguaggio: per esempio, per giocare con altri bambini),
- Il volume di input (il bambino deve essere circondato dal linguaggio per apprenderlo con successo)
- L’atteggiamento dei genitori verso il linguaggio (cercherò di condividere con mia figlia tutte le esperienze linguistiche e culturali che sono speciali per me).
Quel che è certo è che siamo solo all’inizio del nostro cammino linguistico, dobbiamo tentrambe essere molto pazienti perché sono tantissime le cose da imparare, ma di una cosa sono assolutamente sicura:il mio desiderio di trasmettere la mia lingua madre alla mia bambina è enorme e supererà tutte le difficoltà.
Se anche voi volete avvicinarvi alla lingua e cultura Russa, scrivetemi, sarò contenta di essere il vostro tutore!
iGrosjean, F. (2010). Bilingual: Life and reality. Harvard University Press.
iihttps://www.researchgate.net/publication/259862938_Bilingual_Life_and_reality_by_Francois_Grosjean Leopold, Werner (1939) Speech Development of a Bilingual Child: A Linguist’s Record, Evanston, Northwestern University Press.